Ogni anno Google cambia le carte in tavola e chi fa content marketing si ritrova a porsi sempre la stessa domanda: “E ora cosa devo pubblicare per rimanere in cima alla SERP?”. Se pensavi che bastasse buttare giù due righe con qualche keyword e una foto stock, mi dispiace dirtelo… sei fermo al 2015.
Nel 2025, Google è più intelligente che mai: analizza non solo cosa scrivi, ma anche come lo scrivi, quanto valore offri agli utenti e se il tuo contenuto è veramente utile (spoiler: no, non basta un elenco di “10 cose da sapere” copiato e incollato).
Quindi, cosa funziona davvero nel 2025? Quali sono i formati di contenuto preferiti da Google, e soprattutto, quali sono quelli da evitare come la peste? In questo articolo vedremo:
- Quali tipi di contenuti Google premia
- Cosa sta per essere penalizzato
- Come creare contenuti SEO-friendly senza sembrare un robot
Preparati a scoprire le nuove regole del gioco, perché se vuoi che il tuo sito resti visibile, devi imparare a parlare la lingua di Google.
Cosa vuole Google nel 2025?
Google non è più il semplice motore di ricerca di una volta: oggi è un’intelligenza sofisticata che capisce il contesto, l’intento dell’utente e persino la qualità reale di un contenuto. Oggi, le vecchie tecniche di SEO “furba” non funzionano più: niente più keyword stuffing, niente più articoli scritti solo per l’algoritmo.
Se vuoi posizionarti bene su Google, devi sapere cosa realmente premia: contenuti utili, approfonditi, interattivi e che migliorano davvero l’esperienza dell’utente. In questa sezione vediamo come Google sceglie i vincitori della SERP e quali fattori contano di più per scalare le classifiche.
L’algoritmo è sempre più “umano”
Dimentica i tempi in cui bastava infilare parole chiave a caso per scalare la SERP: Google ormai ragiona (quasi) come un essere umano. Grazie ai continui sviluppi dell’intelligenza artificiale e del machine learning, il motore di ricerca non si limita più a leggere le parole chiave, ma comprende il contesto, l’intento di ricerca e la qualità effettiva del contenuto.
Cosa significa in pratica? Che articoli generici, scritti solo per accontentare l’algoritmo, non funzionano più. Google premia testi ben scritti, chiari e approfonditi, capaci di offrire un reale valore agli utenti. Inoltre, l’algoritmo è tranquillamente in grado di individuare contenuti IA di bassa qualità, testi ripetitivi e keyword stuffing, penalizzando chi cerca scorciatoie.
Oggi, la SEO si basa sempre più su E-E-A-T (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness): Google vuole contenuti scritti da esperti reali, con informazioni verificate e un tono naturale. Quindi, se vuoi posizionarti bene, chiediti sempre: “Questo articolo è utile e credibile?” Se la risposta è no, allora anche Google lo ignorerà.
User Experience e intenti di ricerca
Google non si accontenta più di trovare una corrispondenza tra query e parole chiave: vuole capire cosa cerca davvero l’utente e, soprattutto, se il contenuto che trova è utile e soddisfacente. Per questo, la User Experience (UX) e l’intento di ricerca sono diventati fattori chiave per il posizionamento SEO.
Ma cosa significa esattamente? Significa che il motore di ricerca analizza come gli utenti interagiscono con i contenuti: quanto tempo restano sulla pagina, se cliccano su altri link o se tornano subito indietro insoddisfatti. Se un contenuto è ben strutturato, chiaro e risponde in modo efficace alle domande degli utenti, verrà premiato.
Oltre a questo, è fondamentale capire l’intento di ricerca dietro ogni query. Chi cerca una guida dettagliata vuole un articolo lungo e ben approfondito, chi ha bisogno di un’informazione veloce preferisce un featured snippet o una FAQ immediata. Ottimizzare i contenuti significa quindi offrire risposte nel formato giusto, evitando testi prolissi quando non servono o articoli troppo generici che non aggiungono valore.
L’obiettivo finale? Un’esperienza fluida, veloce e soddisfacente, che porti l’utente a trovare esattamente ciò di cui ha bisogno senza frustrazioni. Google lo sa, lo misura e, se il tuo sito rispetta questi criteri, lo premia con un miglior posizionamento.

Quali sono i contenuti che Google ama?
Non tutti i contenuti sono uguali agli occhi di Google. Alcuni formati funzionano meglio perché coinvolgono di più gli utenti, migliorano l’esperienza di navigazione e rispondono in modo efficace alle domande. Il motore di ricerca premia ciò che è utile, ben strutturato e pensato per offrire valore reale.
Dai video brevi ai contenuti interattivi, passando per podcast e long-form di qualità, vediamo quali sono le tipologie di contenuto che stanno dominando la SERP e come sfruttarle al meglio per migliorare il posizionamento.
Contenuti interattivi e immersivi
Dimentica i classici articoli testuali con qualche immagine: oggi gli utenti vogliono esperienze digitali coinvolgenti. E Google lo sa bene. L’algoritmo premia sempre di più i contenuti interattivi e le esperienze immersive, perché migliorano l’engagement e offrono un valore aggiunto rispetto ai semplici testi statici.
L’AR (Realtà Aumentata) e la VR (Realtà Virtuale) stanno rivoluzionando il modo in cui gli utenti consumano informazioni. Dai tour virtuali dei musei agli strumenti che permettono di provare un prodotto prima dell’acquisto, queste tecnologie non sono più fantascienza: sono una leva SEO sempre più importante.
Anche le infografiche interattive, le mappe dinamiche e i quiz personalizzati aiutano a mantenere gli utenti sulla pagina più a lungo, riducendo la frequenza di rimbalzo e aumentando il tempo di permanenza. Tutti segnali che Google interpreta come contenuti di qualità, premiandoli nei risultati di ricerca.
Il punto è semplice: più un contenuto è coinvolgente e utile, più ha possibilità di essere valorizzato. Se vuoi emergere, non limitarti al solito testo con immagini: pensa a come rendere l’esperienza più immersiva, sfruttando le tecnologie a disposizione.
Video brevi e long-form
Il video è ormai il re dei contenuti online, ma non tutti i formati funzionano allo stesso modo. Google sta spingendo sempre di più sia i video brevi (come Shorts, Reels e TikTok) sia i long-form ben strutturati, perché rispondono a esigenze diverse ma complementari.
🔹 I video brevi sono perfetti per catturare rapidamente l’attenzione, spiegare concetti in pochi secondi e aumentare l’engagement. Non è un caso che Google abbia iniziato a mostrare sempre più YouTube Shorts nei risultati di ricerca, dando spazio ai contenuti dinamici e immediati. Per le ricerche “how-to” o di tendenza, i video sotto i 60 secondi stanno diventando un must.
🔹 I long-form, invece, restano fondamentali per la SEO, soprattutto quando si tratta di approfondire un argomento. Interviste, guide dettagliate e video educativi mantengono gli utenti sulla piattaforma più a lungo, aumentando il tempo di visione e dimostrando a Google che il contenuto è di valore.
Quindi, qual è la strategia vincente? Mixare entrambi i formati. I video brevi attirano traffico, incuriosiscono e possono essere usati come teaser per contenuti più lunghi. I long-form consolidano l’autorevolezza e forniscono valore approfondito. Se vuoi ottimizzare per la SEO nel 2025, includere i video nella tua strategia non è più un’opzione: è una necessità.
SEO Audio: Podcast e ricerca vocale
Il contenuto scritto è importante, ma l’audio sta guadagnando sempre più spazio nella SEO. Con la crescita dei podcast e l’uso sempre più diffuso degli assistenti vocali come Google Assistant, Alexa e Siri, chi crea contenuti non può più ignorare questo formato.
🎙 Podcast: l’arma segreta per la SEO
I podcast non sono solo una moda: Google li indicizza sempre meglio e li mostra nei risultati di ricerca. Se il tuo brand o il tuo sito ha un podcast, puoi ottimizzare titoli, descrizioni e trascrizioni per intercettare query di ricerca e aumentare la visibilità. Inoltre, se interessanti, riescono ad ottenere un alto tempo di ascolto, segnale positivo per Google, e permettono di fidelizzare il pubblico in modo più diretto rispetto a un articolo tradizionale.
🗣 Ricerca vocale: come adattare i contenuti
Sempre più persone cercano informazioni parlando direttamente con i loro dispositivi. Questo cambia il modo in cui bisogna scrivere i contenuti SEO:
- Frasi più naturali e conversazionali (simili al linguaggio parlato).
- Risposte concise e dirette (perfette per i featured snippet).
- Uso strategico delle FAQ, perché Google Assistant spesso attinge da contenuti strutturati in domande e risposte.
📢 La Strategia vincente? Integrare podcast e ottimizzare i contenuti per la voice search, rendendoli chiari, diretti e “parlabili”. Google premia chi riesce a offrire risposte immediate e di qualità, in qualsiasi formato: scritto, video o audio.
Articoli approfonditi e guide evergreen
I contenuti “mordi e fuggi” possono funzionare nel breve termine, ma se vuoi costruire autorità e traffico stabile nel tempo, devi puntare su articoli approfonditi e guide evergreen.
📌 Perché Google li premia?
- Rispondono in modo completo alle domande degli utenti, riducendo la necessità di cercare altrove.
- Aumentano il tempo di permanenza sul sito, segnale positivo per la SEO.
- Possono posizionarsi come risorse di riferimento, ottenendo backlink naturali.
📖 Cosa significa “evergreen”? Si tratta di contenuti sempre validi, che non invecchiano velocemente e continuano a generare traffico nel tempo. Esempi? Guide passo-passo, tutorial, consigli pratici e risorse complete su un argomento specifico.
🔎 Come scrivere un articolo long-form che funzioni?
- Approfondisci l’argomento meglio della concorrenza.
- Struttura il testo con H2, H3, elenchi e immagini per facilitarne la lettura.
- Usa dati aggiornati, esempi e fonti autorevoli.
- Ottimizza con FAQ e dati strutturati per migliorare la visibilità nei rich snippet.
Un articolo ben fatto non solo aiuta a scalare la SERP, ma continua a portare visitatori anche mesi o anni dopo la pubblicazione. Se vuoi che il tuo sito diventi un punto di riferimento, non puoi ignorare i contenuti evergreen.
Contenuti generati dagli utenti (UGC): il potere della community
Se c’è una cosa che Google ama, è l’autenticità. E quale miglior prova di credibilità se non i contenuti generati dagli utenti? Le recensioni, i commenti, i post sui social e i contributi della community non solo aumentano l’interazione, ma migliorano anche il posizionamento SEO.
📌 Perché Google premia gli UGC?
- Aggiungono valore e freschezza ai contenuti, aggiornandoli in modo naturale.
- Migliorano l’engagement e il tempo di permanenza sul sito.
- Forniscono keyword e frasi spontanee, ideali per la ricerca semantica.
🔹 Recensioni e testimonianze
I siti con recensioni e opinioni degli utenti spesso si posizionano meglio, perché Google le considera segnali di fiducia. Se hai un e-commerce, un blog di viaggi o qualsiasi attività online, incoraggiare le recensioni può fare la differenza.
🔹 Commenti e discussioni sul sito
Avere una sezione commenti attiva aiuta a creare una community attorno ai tuoi contenuti, oltre ad arricchire la pagina con nuove informazioni che possono migliorare la SEO.
🔹 Contenuti dai social media
Google indicizza sempre più post di Reddit, Quora e Twitter, perché considera le discussioni autentiche e rilevanti. Se il tuo brand genera interazioni sui social, questi contenuti possono aumentare la visibilità e l’autorità del tuo sito.
💡 La strategia vincente? Incentiva gli utenti a lasciare recensioni, commenti e feedback, e integra questi contenuti in modo strategico. Più una pagina sembra “viva” e interattiva, più Google la valorizza
Dati strutturati e Schema Markup
Vuoi che il tuo contenuto spicchi nei risultati di ricerca? I dati strutturati e lo Schema Markup sono il tuo miglior alleato. Google adora le informazioni chiare e organizzate, e grazie ai rich snippet, puoi rendere i tuoi contenuti più visibili e cliccabili direttamente dalla SERP.
📌 Cosa sono i dati strutturati?
Si tratta di un formato di markup (spesso in JSON-LD) che aiuta Google a comprendere meglio il contenuto della tua pagina. In pratica, forniscono informazioni extra che il motore di ricerca può mostrare nei risultati, come:
- Valutazioni e recensioni ⭐⭐⭐⭐⭐
- FAQ interattive
- Eventi e date importanti 📅
- Ricette, prezzi, prodotti 🛒
- Orari di apertura, localizzazione 📍
🔹 Perché Google premia lo Schema Markup?
- Migliora la comprensione del contenuto da parte del motore di ricerca.
- Aumenta la probabilità di apparire nei rich results e nei featured snippet.
- Può aumentare il CTR (click-through rate) perché i risultati sono più visibili e dettagliati.
🔎 Come implementarlo?
- Usa il Markup Schema.org per il tipo di contenuto più adatto (articoli, eventi, prodotti, FAQ…).
- Struttura bene i dati con Google Structured Data Markup Helper.
- Controlla che tutto funzioni con il Test dei risultati avanzati di Google.
💡 La strategia vincente? Se vuoi più visibilità e più clic, non trascurare i dati strutturati. Anche se non migliorano direttamente il ranking, aumentano la probabilità che i tuoi contenuti vengano notati, cliccati e valorizzati nella SERP.

I contenuti che Google penalizza nel 2025
Se Google premia i contenuti utili, chiari e ben strutturati, è altrettanto spietato con quelli che considera di bassa qualità o poco rilevanti. L’algoritmo è sempre più sofisticato e riesce a individuare testi scritti solo per manipolare il ranking, pagine con scarsa esperienza utente e contenuti generici senza valore aggiunto.
Ma quali sono gli errori da evitare per non finire nel dimenticatoio della SERP? Vediamo le tipologie di contenuto che Google penalizza e perché dovresti starne alla larga
Thin content e articoli generici
Google non ama i contenuti superficiali. Pagine con poche informazioni, testi scritti in modo generico o articoli che non aggiungono valore rischiano di essere penalizzati. L’algoritmo riconosce quando un contenuto è stato creato solo per riempire spazio o inseguire parole chiave senza offrire risposte concrete agli utenti.
Per evitare di finire tra i contenuti di scarso valore, è importante scrivere testi approfonditi, originali e realmente utili. Un articolo ben strutturato, con informazioni dettagliate e fonti affidabili, ha molte più probabilità di essere premiato rispetto a una pagina costruita in modo frettoloso e poco curato.
Keyword stuffing e tecniche SEO obsolete
Riempire un testo di parole chiave ripetute all’infinito non solo è inutile, ma può addirittura penalizzare il posizionamento. Google riconosce il keyword stuffing e lo considera una pratica manipolativa che peggiora l’esperienza utente.
Anche altre tecniche ormai superate, come i testi nascosti, i link di bassa qualità e i contenuti duplicati, non funzionano più. L’algoritmo premia la SEO naturale e semantica, basata su contenuti scritti per le persone e non solo per i motori di ricerca. Puntare sulla qualità è l’unico modo per ottenere risultati duraturi.
Contenuti IA senza valore umano
L’intelligenza artificiale è un ottimo strumento, ma Google non premia i testi generati automaticamente se sono generici, ripetitivi o privi di valore reale. L’algoritmo è in grado di riconoscere contenuti scritti senza un vero contributo umano e tende a penalizzarli, soprattutto se mancano di profondità e personalizzazione.
Usare l’IA per supportare la scrittura può essere utile, ma senza un tocco umano, un’analisi originale e informazioni affidabili, il rischio è quello di produrre testi piatti e poco coinvolgenti. Google continua a preferire contenuti autentici, scritti da esperti e pensati per offrire un’esperienza di valore all’utente.
Clickbait senza sostanza
Titoli accattivanti e provocatori possono funzionare, ma solo se il contenuto mantiene ciò che promette. Google sta diventando sempre più abile nel riconoscere articoli che attirano clic con frasi sensazionalistiche senza poi offrire informazioni utili.
Se un utente apre una pagina e, deluso, torna subito indietro, l’algoritmo lo interpreta come un segnale negativo. Il risultato? Penalizzazione del ranking e minore visibilità. Per evitare problemi, bisogna quindi creare titoli coinvolgenti ma onesti, accompagnati da contenuti realmente interessanti e approfonditi.
Contenuti lenti e non ottimizzati per mobile
Se una pagina impiega troppo tempo a caricarsi o non è leggibile da smartphone, Google la penalizza. La velocità di caricamento e l’ottimizzazione mobile sono fattori essenziali per la SEO, soprattutto da quando l’algoritmo utilizza il Mobile-First Indexing, dando priorità alle versioni mobile dei siti.
Pagine pesanti, immagini non compresse e layout non responsive creano un’esperienza frustrante per l’utente, aumentando la frequenza di rimbalzo. Per evitare di perdere posizionamento, è fondamentale ottimizzare il sito con Core Web Vitals, migliorare i tempi di caricamento e assicurarsi che il contenuto sia facilmente navigabile su qualsiasi dispositivo.

Strategie per creare contenuti SEO vincenti
Ora che abbiamo visto cosa Google ama e cosa penalizza, arriva la parte più importante: come creare contenuti che si posizionano bene e restano competitivi nel tempo. La SEO non è più solo una questione di parole chiave, ma di qualità, esperienza utente e formati innovativi.
Per ottenere risultati concreti, bisogna adottare un approccio strategico, sfruttando le migliori pratiche di ottimizzazione e i trend emergenti. Vediamo le tecniche più efficaci per scrivere contenuti che Google premia e gli utenti apprezzano davvero.
La nuova regola d’oro: E-E-A-T
Se vuoi che Google prenda sul serio i tuoi contenuti, E-E-A-T è la sigla che devi conoscere a memoria. No, non è un nuovo trend fitness, ma il criterio con cui l’algoritmo valuta la qualità delle pagine web.
🔎 Cosa significa E-E-A-T?
- Experience (Esperienza) – Hai esperienza diretta di ciò di cui stai parlando? Google valorizza i contenuti scritti da chi ha vissuto o testato realmente l’argomento. Ad esempio, un blog di viaggi scritto da un viaggiatore avrà più credibilità di uno che copia informazioni da Wikipedia.
- Expertise (Competenza) – Sei un esperto nel tuo settore? Articoli scritti da professionisti, ricchi di dati e approfondimenti originali, hanno più possibilità di posizionarsi in alto.
- Authoritativeness (Autorevolezza) – Il tuo sito e il tuo brand sono riconosciuti come fonti affidabili? Google premia contenuti citati da altre fonti di qualità e con backlink da siti autorevoli.
- Trustworthiness (Affidabilità) – Le informazioni che offri sono accurate e verificate? Avere una pagina “Chi siamo” chiara, riferimenti a fonti ufficiali e recensioni positive aiuta a costruire fiducia.
📌 Perché è fondamentale per la SEO?
Google vuole combattere la disinformazione e migliorare l’esperienza utente, quindi valorizza sempre più i contenuti che dimostrano esperienza reale, competenza e affidabilità. Questo è particolarmente importante in settori sensibili, come salute, finanza e viaggi, dove informazioni errate possono avere un impatto negativo sulle persone.
💡 Come migliorare il tuo E-E-A-T?
🔹 Mostra la tua esperienza con esempi concreti e casi studio.
🔹 Ottieni backlink di qualità da siti affidabili.
🔹 Ottimizza la tua pagina “About” per far capire chi sei e perché dovrebbero fidarsi di te.
🔹 Cita fonti ufficiali e studi recenti per rafforzare la credibilità dei tuoi contenuti.
Ormai, essere credibili non è un optional, è la chiave per scalare la SERP e mantenere un posizionamento solido nel tempo.
Come sfruttare l’AI senza farsi penalizzare
L’intelligenza artificiale è un’arma potentissima per chi crea contenuti, ma se usata male può trasformarsi in un boomerang. Google ha già chiarito che non penalizza i contenuti generati dall’AI a priori, ma solo quelli di scarsa qualità, generici o privi di valore reale. Quindi, come sfruttarla al meglio senza rischiare di essere penalizzati?
🤖 L’AI ti aiuta, ma non ti sostituisce. L’errore più grande è pensare che basti un prompt per generare un articolo perfetto. L’AI può accelerare il lavoro, suggerire idee e aiutare con la formattazione, ma il tocco umano rimane fondamentale. Google vuole contenuti autentici, approfonditi e con una vera esperienza dietro.
🔍 Come usare l’AI in modo strategico?
✔ Per ricerca e brainstorming – Ottima per generare idee e outline, evitando il blocco dello scrittore.
✔ Per ottimizzazione SEO – Può aiutarti a individuare keyword, riformulare titoli e creare meta description efficaci.
✔ Per supporto alla scrittura – Buona per strutturare il testo, ma sempre con revisione umana.
✔ Per riassunti e traduzioni – Perfetta per adattare contenuti a diversi formati e lingue.
⚠ Errori da evitare
❌ Pubblicare testi generati senza controllo umano.
❌ Riempire articoli di informazioni generiche e già viste.
❌ Usare l’AI senza aggiungere un valore reale o un punto di vista personale.
💡 La strategia vincente? L’intelligenza artificiale è un ottimo alleato, ma non deve mai sostituire l’esperienza, la creatività e la qualità. I contenuti migliori nascono dall’equilibrio tra automazione e autenticità. Se vuoi scalare la SERP senza rischi, usa l’AI come un assistente, non come un sostituto.
Il ruolo della SEO semantica
Oggi Google non si limita più a trovare pagine che contengono una determinata parola chiave, ma cerca di capire realmente cosa vuole l’utente. Questo significa che la vecchia strategia basata sul ripetere ossessivamente una keyword è ormai inutile, se non addirittura dannosa.
La SEO semantica si basa sulla capacità dell’algoritmo di analizzare il contesto, le relazioni tra parole e l’intento di ricerca. Ad esempio, se un utente cerca “migliori scarpe da trekking per il Nepal”, Google sa bene che non sta cercando semplicemente scarpe, ma un modello adatto a condizioni climatiche e terreni specifici.
🔹 Cosa fare in pratica?
- Scrivere contenuti naturali e ben approfonditi, rispondendo a più domande possibili su un argomento.
- Utilizzare parole chiave correlate e sinonimi, evitando ripetizioni forzate.
- Strutturare il testo con H2 e H3 che aiutano Google a capire di cosa si sta parlando.
- Arricchire gli articoli con FAQ, esempi concreti e dati aggiornati, per renderli più utili e completi.
Grazie alla SEO semantica, Google diventa sempre più bravo a capire quali contenuti meritano di essere premiati. La chiave non è più “quante volte hai scritto una parola chiave”, ma quanto valore offri realmente all’utente.

Contenuti multicanale e distribuzione strategica
Scrivere un buon articolo non basta più. Se vuoi davvero farlo emergere, devi pensare alla distribuzione su più canali. Google valuta la presenza online di un contenuto, e se questo viene condiviso e discusso su diversi media, ha più probabilità di essere considerato autorevole e rilevante.
🔹 Perché puntare su una strategia multicanale?
- Aumenta la visibilità: un contenuto diffuso su diversi canali raggiunge più persone.
- Migliora il traffico organico: se un articolo viene citato e linkato su social, newsletter e altri siti, Google lo considera più importante.
- Favorisce il coinvolgimento dell’utente, grazie a formati diversi (video, podcast, infografiche).
🔹 Come distribuire i contenuti in modo efficace?
- SEO first: ottimizza il contenuto per Google, ma pensa anche a come adattarlo per altri formati.
- Social media: trasforma gli articoli in post, caroselli, video brevi o discussioni su LinkedIn.
- Newsletter: utilizza il contenuto per informare e fidelizzare il pubblico.
- YouTube & Podcast: se il tema si presta, crea una versione video o audio per intercettare un pubblico più ampio.
- Guest post e collaborazioni: amplifica la portata grazie a blog o siti partner.
L’obiettivo è non lasciare che un contenuto resti confinato a una sola piattaforma, ma farlo vivere su più canali, aumentando il suo valore e la sua possibilità di essere riconosciuto da Google come una risorsa autorevole.

Vuoi contenuti SEO che si posizionano e portano risultati?
Hai bisogno di articoli ottimizzati per Google, ben scritti e capaci di intercettare il tuo pubblico? Posso aiutarti. Mi occupo di SEO on-page e redazione di contenuti strategici, creando testi che non solo scalano la SERP, ma coinvolgono davvero gli utenti.
✔ Ottimizzazione SEO avanzata per migliorare il ranking e la visibilità.
✔ Articoli approfonditi e autorevoli, in linea con le best practice di Google.
✔ Analisi delle keyword e strategia di contenuti su misura per il tuo settore.
Se vuoi migliorare il posizionamento del tuo sito e rendere i tuoi contenuti un asset di valore, contattami per un preventivo.
SEO nel 2025: Vince chi punta sulla qualità
Niente scorciatoie, niente trucchetti: la SEO di oggi premia chi sa offrire contenuti di valore, ben scritti e utili per gli utenti. Google è sempre più intelligente e cerca qualità, esperienza e autorevolezza. Se vuoi posizionarti in alto e restarci, l’unica strada è creare contenuti veri, approfonditi e ottimizzati con criterio. Chi lo capisce, vince.
FAQ: rispondo alle tue domande
Google premia contenuti utili, approfonditi e ottimizzati per l’esperienza utente. Articoli evergreen, video, podcast e formati interattivi sono tra le tipologie più performanti. La chiave è rispondere in modo chiaro e completo alle domande degli utenti.
No, non penalizza l’IA in sé, ma i contenuti generati senza valore reale. Se un testo è generico, ripetitivo o poco utile, rischia di non posizionarsi. L’ideale è usare l’IA come supporto, ma aggiungere sempre un tocco umano e informazioni originali.
L’algoritmo si concentra su E-E-A-T (Esperienza, Expertise, Autorevolezza, Affidabilità). Per ottimizzare un contenuto, è fondamentale scrivere testi di qualità, arricchirli con fonti affidabili, strutturarli bene con titoli chiari e usare dati strutturati per migliorare la visibilità.
Google favorisce contenuti multimediali e interattivi: video brevi e long-form, articoli completi e ben ottimizzati, podcast, infografiche interattive e contenuti pensati per la ricerca vocale.
Evita il thin content, il keyword stuffing e i testi generati senza revisione umana. Anche i siti lenti o non ottimizzati per mobile rischiano di essere penalizzati. Meglio puntare su contenuti ben strutturati e un’ottima esperienza utente.