Un tempo c’erano le keyword, i backlink e l’eterna lotta per il primo posto in SERP. Oggi? C’è l’intelligenza artificiale che ti risponde direttamente, ti riassume le cose, ti cita (forse)… e spesso si prende tutto il palcoscenico. Benvenuto nell’era delle AI Overviews di Google, quei riassunti automatici che ora compaiono in cima alla pagina dei risultati e che, diciamolo chiaramente, stanno rivoluzionando la visibilità online (che ti piaccio o meno!).
📉 Meno click.
📌 Più risposte generate automaticamente.
🔍 E una nuova sfida per chi lavora con i contenuti: non basta più posizionarsi, ora bisogna essere “menzionati”.
Ti stai chiedendo “come faccio a far comparire il mio sito nei riassunti AI?”: siamo qui per capirlo! In questo articolo vedremo:
- come funziona davvero la ricerca AI di Google,
- perché le AI scelgono certi siti e non altri,
- e soprattutto cosa puoi fare (concretamente) per diventare una fonte attendibile nei loro occhi… anzi, nei loro algoritmi.
Perché la nuova SEO non ti vuole solo in prima pagina. Ti vuole nella sua risposta.
Cosa sono le AI Overviews di Google
Le AI Overviews sono il nuovo biglietto da visita di Google nell’era dell’intelligenza artificiale generativa. In pratica? Sono dei riassunti automatici che compaiono sopra ai risultati classici della ricerca, e che rispondono direttamente alla domanda dell’utente usando informazioni prese da vari siti web.
Non si tratta di un semplice snippet. Le AI Overviews vanno oltre: analizzano centinaia di fonti, combinano contenuti e li riscrivono in modo sintetico, spesso aggiungendo un tocco “conversazionale” per renderli più leggibili.
Queste risposte:
- occupano la parte più alta della SERP,
- riducono drasticamente il numero di click verso i siti,
- citano solo alcune fonti, spesso linkando direttamente il paragrafo rilevante.
In sintesi: se il tuo sito non viene citato qui, rischia di passare inosservato, anche se è ben posizionato nei risultati organici.
Ecco perché sempre più professionisti stanno cercando di capire come “parlare” con l’AI di Google nel modo giusto. O meglio: come scrivere contenuti che l’AI voglia includere nei suoi preziosi riassunti.

Perché le citazioni contano più dei link
Nell’era delle AI Overviews di Google, il paradigma della SEO sta subendo una trasformazione significativa. Se un tempo l’obiettivo principale era ottenere link diretti al proprio sito, oggi l’accento si sposta sulle citazioni all’interno delle risposte generate dall’intelligenza artificiale.
Il nuovo ruolo delle citazioni nelle AI Overviews
Le AI Overviews forniscono agli utenti risposte sintetiche e immediate, elaborate attraverso l’aggregazione di informazioni provenienti da diverse fonti. In questo contesto, essere citati all’interno di queste risposte diventa cruciale per mantenere e incrementare la visibilità online. Secondo un articolo di Search Engine Land, “AI Overviews stanno rimodellando il panorama del ranking e creando nuove opportunità nei SERP fornendo maggiore visibilità” .
Implicazioni per la visibilità e il traffico web
Essere menzionati nelle AI Overviews può portare a un aumento significativo della visibilità, anche se il proprio sito non occupa le prime posizioni nei risultati organici tradizionali. Un’analisi di Search Engine Land ha rilevato che “fino al 46,5% degli URL inclusi nelle AI Overviews si posizionano oltre i primi 50 risultati organici” . Questo indica che la qualità e la rilevanza del contenuto sono diventate determinanti per essere selezionati dall’AI, indipendentemente dal ranking tradizionale.
Adattare la strategia SEO al nuovo contesto
Per adattarsi a questo cambiamento, è necessario:
- Produrre contenuti di alta qualità: creare materiali informativi, ben strutturati e aggiornati che rispondano in modo efficace alle domande degli utenti. E fin qui a dire il vero non cambia molto rispetto al passato!
- Ottimizzare per le featured snippets: poiché spesso le AI Overviews attingono da queste, è utile formattare i contenuti in modo da favorirne l’inclusione.
- Utilizzare dati strutturati: implementare markup semantici per facilitare la comprensione del contenuto da parte dei motori di ricerca e delle AI.
Cambia il gioco: benvenuti nell’era della AIO (AI Optimization)
L’acronimo è nuovo, ma la posta in gioco è altissima: AIO sta per AI Optimization, ed è il naturale passo evolutivo della SEO nell’epoca delle intelligenze artificiali generative. In pratica? È tutto ciò che fai (o dovresti iniziare a fare) per far sì che il tuo contenuto venga selezionato e citato nelle risposte AI.
Non si tratta di sostituire la SEO, ma di affiancarla con nuove logiche, nuove strutture e una nuova mentalità.
Differenza tra SEO tradizionale e AIO
La SEO tradizionale punta a farti scalare le SERP con:
- keyword mirate
- link building
- contenuti ottimizzati per l’utente e per i crawler
La AIO, invece, aggiunge un nuovo livello:
- scrivere contenuti comprensibili e sintetizzabili per le AI
- usare un linguaggio naturale e diretto
- strutturare il contenuto in modo che l’AI possa facilmente identificarne i punti chiave
Mentre la SEO ti aiuta a farti trovare, la AIO ti aiuta a farti usare (dall’AI). E la differenza, oggi, è enorme.
L’obiettivo oggi: diventare fonte autorevole per l’AI
Google, e le altre AI che stanno emergendo nel campo della ricerca, non si limitano a cercare parole chiave. Cercano contenuti autorevoli, affidabili e chiari.
Per entrare nel radar dell’intelligenza artificiale, il tuo sito deve:
- rispondere in modo preciso e conciso a domande specifiche,
- dimostrare competenza e affidabilità sul tema trattato (👋 ciao E-E-A-T!),
- avere una struttura chiara e facilmente scansionabile (con titoli, bullet, dati, definizioni).
In altre parole: non basta più scrivere bene per gli utenti e i motori di ricerca. Devi anche scrivere bene per l’AI.
Come funziona la selezione delle fonti nei riassunti AI
Una delle domande più gettonate tra SEO, copywriter e content strategist è: “Ma come fa l’intelligenza artificiale di Google a scegliere quali siti citare nei suoi riassunti?”. La risposta, purtroppo, non è ancora scritta nero su bianco in una guida ufficiale. Ma possiamo analizzare i comportamenti dell’AI per individuare degli schemi e capire quali caratteristiche aumentano le probabilità di essere selezionati.
Come Google AI “sceglie” cosa citare
Le AI Overviews non funzionano esattamente come un algoritmo di ranking. Non premiano solo chi è in prima posizione o ha più backlink. Funzionano più come un sistema che:
- legge velocemente grandi quantità di contenuto
- ne individua i passaggi più chiari, specifici e rilevanti
- li riformula, e infine…
- cita le fonti da cui ha attinto!
In altre parole, l’AI non cerca solo il miglior articolo. Cerca la miglior risposta alla domanda dell’utente.
E se quella risposta è nel tuo contenuto, chiaro, preciso, ben strutturato… hai ottime chance di essere citato.
Google potrebbe prendere in considerazione:
- la chiarezza e semplicità del linguaggio
- la vicinanza semantica tra la query e il contenuto
- la presenza di dati concreti, definizioni o elenchi
- segnali di affidabilità e autorevolezza (E-E-A-T)
- e in alcuni casi anche formattazione e marcatura semantica (es. liste, FAQ, heading ben usati)
Quali contenuti vengono favoriti
Dalle prime analisi e osservazioni sul campo, sembrano avere maggiori probabilità di essere “pescati” dai riassunti AI i contenuti:
- che rispondono in modo diretto e conciso a domande frequenti (con un tono neutro, informativo e chiaro)
- che offrono valore unico (esempi, spiegazioni pratiche, definizioni chiare)
- che sono ben formattati (titoli H2/H3, bullet point, paragrafi brevi)
- che dimostrano competenza attraverso approfondimenti e fonti citate
Inoltre, aggiornare regolarmente i contenuti sembra essere un altro fattore positivo: l’AI tende a preferire testi freschi, soprattutto su argomenti in evoluzione.

Strategie pratiche per farti citare dalla AI di Google
Ok, abbiamo capito che essere citati da Google AI è il nuovo “posto d’onore” della visibilità online. Ma come si fa, concretamente, a finire nei suoi riassunti? La risposta sta nel cambiare leggermente prospettiva: scrivere come sempre per le persone, certo, ma anche rendere il contenuto facilmente leggibile (e riassumibile) da un’intelligenza artificiale.
Ecco alcune strategie da applicare subito ai tuoi contenuti.
Scrivi pensando come una macchina (senza perdere il tocco umano)
Le AI come quella di Google non “leggono” come noi: scansionano, cercano pattern, estraggono informazioni. Per questo è utile:
- essere diretti e precisi
- evitare giri di parole inutili
- spiegare i concetti in modo ordinato
Ma attenzione: questo non significa sacrificare lo stile umano. Anzi, i contenuti che funzionano meglio sono quelli che combinano chiarezza ed empatia, offrendo informazioni utili con un tono coinvolgente e autorevole.
Usa strutture chiare, paragrafi brevi e heading informativi
L’AI ama le strutture prevedibili. Un contenuto ben formattato con:
- titoli H2 e H3 coerenti
- paragrafi di 3-4 righe al massimo
- elenchi puntati o numerati per concetti chiave
- definizioni esplicite (“X è…”) o risposte dirette (“La risposta è sì/no, perché…”)
…ha molte più probabilità di essere scelto per la sintesi finale.
Un trucco utile? Scrivi come se stessi già rispondendo a un AI Prompt: vai dritto al punto, anticipa la domanda, spiega con chiarezza.
Rispondi a domande specifiche in modo esaustivo
Le AI cercano risposte, non solo informazioni generiche. Inserisci nel tuo contenuto domande frequenti (FAQ) reali degli utenti, e rispondi in modo:
- completo ma sintetico
- neutrale e oggettivo
- possibilmente con un esempio o un caso concreto
Esempio pratico:
❌ “Le AI stanno cambiando la SEO.”
✅ “Le AI stanno cambiando la SEO perché generano risposte dirette che riducono il traffico verso i siti, ma aumentano l’importanza delle citazioni.”
Cita dati, numeri e fonti autorevoli
L’AI, come Google, si fida dei contenuti documentati. Aggiungi quindi:
- statistiche aggiornate (meglio se con fonte linkata)
- studi, ricerche, white paper
- riferimenti a fonti ufficiali o esperti di settore
Questo aumenta sia la tua credibilità agli occhi dell’AI, sia la percezione di autorevolezza da parte degli utenti.
L’importanza del linguaggio naturale e della semantica
Una delle grandi evoluzioni della SEO negli ultimi anni — e ancor di più con l’arrivo delle AI Overviews — è il passaggio da keyword stuffing a contenuti semanticamente rilevanti e scritti in linguaggio naturale. Le AI generative non si limitano a trovare una corrispondenza esatta con le parole chiave. Cercano contesto, significato, intento di ricerca. E questo cambia tutto.
Keyword sì, ma ben distribuite
Le parole chiave restano importanti, ma devono essere:
- ben integrate nel testo, senza forzature
- variate nei sinonimi e nelle combinazioni semantiche
- coerenti con la domanda che stai soddisfacendo
Ad esempio, se l’utente cerca “come apparire nei riassunti AI”, potresti usare nel testo frasi come:
- “essere citati da Google AI”
- “farsi includere nelle risposte AI”
- “ottimizzare i contenuti per le AI Overviews”
L’obiettivo è dimostrare all’AI che stai trattando davvero l’argomento, da più angolazioni, in modo autentico.
Usa le stesse domande degli utenti
Vuoi entrare nel radar dell’intelligenza artificiale? Scrivi esattamente le domande che le persone fanno.
Le AI adorano i contenuti che rispondono a:
- “cos’è…”
- “come funziona…”
- “quali sono i vantaggi di…”
- “vale la pena…”
- “come si fa a…”
Puoi inserirle come H2 o H3, oppure integrarle all’interno del paragrafo. L’importante è che la risposta sia chiara, concisa e focalizzata.
💡 Bonus: inserire una sezione FAQ ben strutturata può aumentare ulteriormente le chance di essere selezionati.
Struttura i contenuti in modo prevedibile (per l’AI)
L’AI non ama le sorprese. Predilige i contenuti con una struttura logica, ordinata, e coerente.
Ecco qualche buona pratica:
- Segui uno schema lineare (introduzione, spiegazione, esempi, conclusione).
- Usa heading descrittivi (non titoli vaghi o creativi che dicono poco).
- Sfrutta liste puntate e numerate per organizzare le informazioni.
- Mantieni una coerenza terminologica: se inizi a parlare di “AI Overviews”, continua a usare quel termine, senza mischiarlo con mille sinonimi confusi.
Ricorda: l’intelligenza artificiale non si affida all’intuizione come noi. Ha bisogno di struttura, ordine e chiarezza.
Non solo testi: migliora anche la reputazione del sito!
Scrivere contenuti ottimizzati per l’intelligenza artificiale è fondamentale, ma non basta. Per essere selezionato e citato nelle AI Overviews di Google, il tuo sito deve anche godere di una buona reputazione online. Le AI non valutano solo cosa dici, ma chi sei. E per capirlo, si affidano a segnali esterni di credibilità, competenza e autorevolezza.
Fattori E-E-A-T e trust nel nuovo paradigma AI
Google lo ripete da anni, ma oggi più che mai il concetto di E-E-A-T (Esperienza, Competenza, Autorevolezza, Affidabilità) è diventato centrale. L’intelligenza artificiale di Google, quando seleziona contenuti da citare, dà priorità a quelli provenienti da:
- fonti affidabili (con una presenza online solida),
- esperti o professionisti del settore,
- siti che dimostrano trasparenza e identità chiara (autore, contatti, mission, chi siamo… tutto fa brodo).
💡 Se il tuo sito ha un blog firmato, aggiornato e coerente con la tua esperienza reale, è più facile che venga considerato una fonte autorevole.
Link in ingresso, segnali social, citazioni esterne
Oltre ai contenuti e alla struttura interna, contano anche i segnali esterni:
- Link in ingresso (backlink) da siti autorevoli e rilevanti nel tuo settore.
- Citazioni su altri blog, articoli o testate che trattano argomenti simili ai tuoi.
- Segnali social: condivisioni, menzioni e interazioni che indicano che i tuoi contenuti vengono letti, commentati e ritenuti utili da una community reale.
Questi segnali aiutano l’AI a “fidarsi” del tuo sito, aumentandone la probabilità di essere incluso nei suoi riassunti.

Errori da evitare se vuoi apparire nei risultati AI
Ora che abbiamo visto cosa fare per ottimizzare i contenuti per le AI Overviews, è il momento di chiarire cosa non fare assolutamente.
Perché anche il miglior contenuto può finire ignorato se commette gli errori sbagliati.
Clickbait estremo, generalizzazioni, contenuti vaghi
Le AI non si fanno fregare dai titoli acchiappa-click. Anzi, li evitano. Titoli sensazionalistici, promesse esagerate o contenuti che sembrano dire tutto ma in realtà non dicono nulla… sono esattamente il tipo di cose che Google AI scarta a priori.
Evita:
- frasi vaghe tipo “Il segreto che nessuno ti dice…”
- articoli pieni di parole ma poveri di informazioni
- testi che girano attorno al punto senza mai arrivarci
Le AI cercano contenuti precisi, utili, e focalizzati. Se scrivi per riempire spazio, sei fuori gioco.
Non aggiornare i contenuti: l’AI predilige l’attualità
Un altro errore comune? Lasciare i contenuti fermi nel tempo. Le AI danno spesso priorità a fonti recenti, soprattutto su argomenti che si evolvono (come il digital marketing, la SEO o la tecnologia). Un contenuto datato, anche se ben scritto, rischia di non essere considerato rilevante.
Soluzione:
- aggiorna regolarmente le informazioni principali
- aggiungi dati più recenti, esempi attuali, riferimenti nuovi
- rivedi struttura, heading e formattazione per mantenerli freschi
In sintesi: se vuoi parlare all’intelligenza artificiale, devi rimanere al passo con l’intelligenza reale.
Vuoi che la tua voce arrivi anche alle AI (oltre che alle persone)? Ti aiuto io!

Scrivere per il web oggi non significa solo piacere a Google: significa diventare una fonte utile, chiara e credibile anche per l’intelligenza artificiale.
Mi occupo di analisi SEO strategica e copywriting ottimizzato, per aiutarti a:
✔ migliorare la visibilità del tuo sito (anche nelle AI Overviews)
✔ creare contenuti pensati per utenti reali e motori intelligenti
✔ rendere il tuo sito più efficace, leggibile e performante
Se vuoi capire come posizionarti meglio… anche agli occhi dell’AI, contattami: troviamo insieme la strada giusta per far emergere il tuo progetto!
Il futuro della visibilità online è (anche) nelle mani dell’intelligenza artificiale
La SEO non è morta, ma sta cambiando pelle. Con l’arrivo delle AI Overviews, non basta più essere in prima pagina: bisogna diventare la risposta.
Essere citati da Google AI significa ragionare in ottica diversa, combinando contenuti di qualità, struttura chiara, linguaggio naturale e autorevolezza riconosciuta. Non si tratta di rincorrere l’algoritmo, ma di diventare una fonte utile – per chi legge, per chi cerca… e per chi genera le risposte.
La buona notizia? Non serve stravolgere tutto. Basta iniziare da piccoli accorgimenti:
- scrivere meglio (ma in modo più strategico)
- aggiornare i contenuti che contano
- e soprattutto comunicare con chiarezza e competenza
Perché oggi la vera ottimizzazione non riguarda solo il posizionamento. Riguarda il posto che occupi nel discorso. Anche quello delle AI.
Domande Frequenti (FAQ) suul’AI Overviews
È un riassunto generato dall’intelligenza artificiale di Google che appare in cima ai risultati di ricerca. Risponde direttamente alla domanda dell’utente combinando informazioni prese da più fonti online, che vengono poi citate alla fine del box.
L’AI seleziona contenuti chiari, autorevoli e pertinenti rispetto alla query. Non guarda solo il posizionamento SEO tradizionale, ma anche la struttura del testo, la presenza di risposte concise, dati, fonti attendibili e segnali di credibilità (come E-E-A-T).
Puoi: usare H2/H3 con domande reali degli utenti, rispondere in modo diretto, con frasi semplici e concrete, usare elenchi, definizioni e dati aggiornati, evitare giri di parole o contenuti vaghi. In altre parole, devi scrivere pensando anche all’AI.
Moltissimo. Le AI prediligono contenuti recenti, specialmente su argomenti dinamici come marketing, tecnologia, salute o viaggi. Aggiorna periodicamente testi, dati e link per aumentare le possibilità di comparire nei riassunti.
Ecco le cose che NON devi fare: scrivere contenuti troppo generici o pieni di frasi fatte. usare titoli clickbait che non mantengono la promessa, non strutturare il testo con heading e paragrafi ordinati, lasciare i contenuti fermi per anni senza aggiornarli
Assolutamente no! La SEO tradizionale resta fondamentale per farsi trovare. Ma oggi serve affiancarla all’AIO (AI Optimization): non basta essere in SERP, bisogna diventare fonte per l’AI.